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Ritardi e Disturbi del Linguaggio

 

I disturbi di linguaggio rappresentano i disturbi neuropsichici ad emergenza più frequente tra i 2 e 6 anni, ma sono generalmente considerati come disturbi transitori dello sviluppo a prognosi favorevole.


Se le difficoltà linguistiche si manifestano in associazione con altre condizioni patologiche (deficit neuromotori, sensoriali, cognitivi e relazionali) si parla di "disturbi del linguaggio secondari", mentre se risultano isolate, "pure" e prive di cause identificabili, si definiscono “Disturbi specifici del linguaggio” (DSL).


Questi ultimi hanno una diffusione del 5-7 % in età prescolare, mentre l'incidenza si riduce

all’1-2% in età scolare.

 

Riprendendo la classificazione dell’ICD 10 (International Classification of Diseases – 10° edizione

redatta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità) si dividono in 3 tipologie principali, in

base alle caratteristiche con cui si manifestano:

 

·         Disturbo specifico dell’articolazione e dell’eloquio

·         Disturbo del linguaggio espressivo

·         Disturbo della comprensione del linguaggio


Poichè si tratta di una problematica che può condizionare la stima di sè, le abilità sociali, comportamentali e quelle relative agli apprendimenti, non conviene aspettare troppo sperando che si risolva da sè.

 

E' stimato infatti che i soggetti con Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA) presentano un pregresso disturbo di linguaggio nel 30-40% dei casi e, secondo alcuni, più della metà dei bambini con DSL presenta difficoltà di apprendimento nei primi anni scolastici.


Data la notevole ricaduta sociale, appare quindi evidente la necessità di una diagnosi ed un intervento precoce di questi disturbi. 


Anche nel caso di bambini molto piccoli puoi rivolgerti ad un logopedista: infatti, il trattamento può essere anche indiretto, ovvero rivolto solo al genitore e mirato a fargli prendere consapevolezza riguardo agli stili comunicativi più efficaci per stimolare il linguaggio del bambino.

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